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poema della fine

Le tue care fotografie. Sai cosa sembri, in quella grande? Uno in agguato, chiamato all’improvviso. E l’altra, la più piccola – è un addio. Uno che parte,

che ancora una volta, fugacemente, – i cavalli sono già pronti – abbraccia

con lo sguardo il proprio giardino – come un foglio scritto, prima di spedirlo. 

           

Marina Cvetaeva

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la morte

Tu che tramonti senza mai tramontare; tu che incendi senza mai incendiare; tu che infiammi

senza mai infiammare; tu che la processione dei feti fermi e degli scarafaggi assembri e dirigi;

tu che la sequela degli esseri immondi fai alzare dai sepolcri; tu che; tu; tu…

​

Giovanni Testori

Grand Galop

G R A N D  G A L O P

 W O R K   I N   P R O G R E S S 

Tutte le cose sembrano citazioni di se stesse

e i nomi che da esse nascono si ramificano in altri referenti.

La primavera, immensamente, di nuovo esiste. La weigelia fa le sue cose polverose 

in aria martellata dal fuoco. E le pattumiere sono accatastate contro

la ringhiera mentre i tulipani sbadigliano e si spalancano e cadono a pezzi. 

 

John Ashbery

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